Informazioni su Isabella Rainieri

Diplomata presso la Federazione Italiana Yoga, insegno yoga dal 2019.

Le lezioni saranno tenute insieme ad Alessandro Chiarelli – Mindfulness Counselor

Cos’è lo yoga per me

Lo Ha-Tha Yoga è una disciplina che parte dal corpo e su di esso lavora con gli asana, specifiche posizioni che la saggezza indiana ha tramandato tramite una tradizione millenaria.

Lo Ha-Tha Yoga è disciplina del respiro, integrazione ed armonizzazione di corpo e mente.

Lo Ha-Tha Yoga è una disciplina che genera forza, potenza e, allo stesso tempo, flessibilità: scioglie tensioni e stempera le asperità.

Lo Ha-Tha Yoga, infine, è uno strumento che dona equilibrio, stabilità, pace. È un compagno di viaggio, un amico fidato, un’abitudine divenuta ormai per me irrinunciabile.

Qualche notizia su di me

È meglio accendere una candela che maledire l’oscurità.
(Proverbio cinese)

Il mio incontro ufficiale con lo yoga è avvenuto ormai un secolo fa, alla fine degli anni Duemila. Avevo appena avuto la mia secondogenita e mi ero dedicata con grande impegno a riprendere la mia forma fisica, modificata dalla gravidanza. Per cui avevo un abbonamento in palestra e tra le tante attività comprese nel mio “pacchetto” vi era anche un corso di yoga, che, nello specifico, consisteva in un susseguirsi di asana in movimento. L’idea degli asana mi piaceva, così come apprezzavo il beneficio di acquisire molta flessibilità, ma dopo un po’ di tempo capii che quel flusso di movimento non corrispondeva alle mie esigenze dell’epoca: avevo bisogno di silenzio e soprattutto sentivo di essere alla ricerca di qualcosa che mi desse delle risposte. Ero in cerca di qualcosa, ma non capivo esattamente di cosa…

Poi trovai una strada da percorrere. Iniziai a praticare lo Ha-Tha yoga con un’insegnante che proponeva ritmi più lenti, sebbene sempre intensi, ma che sentivo essere più nelle mie corde. Praticavo con entusiasmo perché sentivo che avevo intrapreso un viaggio di conoscenza di me, e questa consapevolezza era qualcosa che subentrò solo successivamente: essa era la risposta che mi si svelava proprio nel mentre comprendevo la domanda che mi aveva spinta fin lì.

Molto lentamente con gentilezza e impegno, non mi concentrai più sui miei limiti, ma divenni un’osservatrice di me stessa, e capii che lavorando sul corpo, come lo Ha-Tha yoga prevede, si possono comprendere infinite declinazioni del proprio Essere. Dedicai sempre più tempo alla disciplina, era divenuta qualcosa di imprescindibile nella mia vita, e soprattutto nella quotidiana conoscenza di me. Imparai a comprendere e a seguire i percorsi  delle mie emozioni seguendo il flusso del mio respiro, imparai a distinguere dalla flessibilità e dalla potenza del mio corpo giornate normali e giornate difficili, e lavorando con gli asana capii quanto potesse fare la differenza praticare o meno in un momento complesso della settimana. Insomma, in un percorso lento ma progressivo compresi quanto potesse essere utile lo yoga come strumento di conoscenza di sé, e, di conseguenza di ricerca dentro se stessi delle risorse per superare le difficoltà e per vivere attraversando tutti i colori dell’iride, ma anche l’oscurità, che a volte, attanaglia l’essere umano.

Poi sentii che non mi bastava più. Avevo finalmente intravisto la disciplina, la sua applicazione pratica attraverso gli asana, ero soddisfatta, ma avevo fame di conoscenza, e volevo comprenderne i meccanismi, le dinamiche, i perché. Come spesso accade nella vita, colsi quest’occasione in uno di quei periodi difficili, che a posteriori comprendi essere stato un dono, ma quando li vivi ne faresti volentieri a meno: decisi di iscrivermi alla scuola per insegnanti, in realtà non perché allora volessi dedicarmi all’insegnamento vero e proprio, ma perché mi piaceva l’idea di intraprendere un percorso alla ricerca delle antiche conoscenze che presiedono allo yoga; e così feci. Mano a mano che avanzavo nel percorso sentivo altre curiosità nascere in me, avevo un’inestinguibile sete di comprendere, e vedevo che ogni declinazione dello yoga, dai codici di comportamento alla meditazione era un modo per arrivare alla conoscenza e alla realizzazione di sé. Una cosa in cui credo molto è che quando gli esseri umani sono felici non hanno bisogno di generare conflitti, non hanno bisogno di fare del male per imporre la propria volontà… sono in armonia e basta, in uno stato di appagamento, e a loro volta, godono della felicità altrui. Questa consapevolezza a cui ero arrivata, ora, volevo condividerla, volevo condividere la bellezza della ricerca, l’appagamento e la felicità nello scoprire aspetti sorprendenti in sé stessi, la completezza dell’Essere: decisi di intraprendere il percorso da insegnante.